Viviana Lisi

Viviana Lisi incarna un cristianesimo vissuto con totale coerenza, tradotto in gesti concreti più che in parole. Giovane donna semplice e straordinaria insieme, intelligente e tenace, era capace di farsi voler bene da tutti, ricambiando ogni affetto con generosità.

Nata a Catania il 28 luglio 1975, trascorre l’infanzia e l’adolescenza presso l’istituto San Luigi di Acireale, retto dai Fratelli delle Scuole Cristiane, dove frequenta materna, elementari e medie, e riceve la prima comunione nella notte di Natale del 1980. Un insegnante la ricordava come una ragazza gentile, un po’ timida ma allegra, sempre attenta agli altri, studiosa senza ostentazione, capace, disponibile, determinata e apprezzata da tutti.

Conseguita la maturità, si laurea in Lingue e Letterature Straniere e ottiene un master in Politiche Sociali, Pari Opportunità e Culture Mediterranee. Eppure, più che a se stessa, Viviana apparteneva agli altri: il suo prodigarsi per i più deboli era del tutto gratuito e pieno di gioia. Diventa Pioniera della Croce Rossa Italiana, aiuta bambini in case-famiglia, sostiene anziani e invalidi, si dedica ai malati di AIDS, ai senza dimora, partecipa a campi scout. Ovunque ci fosse bisogno, accorreva senza esitare.

Terza di tre figli, amava la vita, lo sport, il canto (chiamava scherzosamente il coro della parrocchia “la cappella Si/stona”), e giocava a basket nella squadra del liceo. Felice tra gli amici che ne ammiravano rettitudine, altruismo, sorrisi anche nelle avversità, insofferenza verso gli sprechi e spirito critico: “Se Dio ci ha dato un cervello, usiamolo!”

Ad Acireale frequenta la chiesa dei padri camilliani, integrandone la spiritualità al punto da entrare, nel 2003, nella Famiglia Camilliana Laica. Da allora la sua vita cristiana si fa ancora più intensa: preghiera più profonda, carità più convinta, attenzione agli ultimi ancora più viva. Scriveva agli amici: “La vita è andare avanti nonostante tutto, cadere e rialzarsi, fermarsi e ripartire. Con fiducia, guardando a Lui, meta del nostro viaggio.”

Viviana aveva anche un animo poetico, e alcune sue liriche, di sensibilità quasi mistica, lo testimoniano. Colpita da un tumore incurabile, quando era ormai alla fine, scrisse: “Una candela di luce fioca / che risplende nel buio. / Vorrei essere, almeno una volta, / prima che il Soffio mi spenga.”

La sua luce, però, non si è affievolita con la morte, sopraggiunta il 20 gennaio 2007 a soli 31 anni. Al contrario, ha dato vita alla “Casa della Speranza Viviana Lisi” a Riposto (Catania), una struttura concessa dal Comune e gestita da volontari dell’Associazione che porta il suo nome. Qui trovano aiuto senzatetto, giovani a rischio e chiunque necessiti di sostegno o consiglio. Questo era il suo desiderio espresso nelle ultime volontà: finché vivranno giovani come Viviana, non verrà mai meno la speranza.